Dischi

Sturqen / vÄäristymä – Atonia

Il freddo di questi giorni è qualcosa di spettacolare, no? Tralasciando il fatto che si starebbe molto meglio così per mesi e mesi (e mesi) anziché un solo giorno a 35° sudando sull’asfalto rovente, a chi sta normalmente in città questa temperatura offre un breve confronto con un ambiente inusuale, con il quale può non essere facile fare i conti.

Per rendere un po’ più estrema questa esperienza, vi suggeriamo una passeggiata al gelo con le vostre migliori cuffie (ideali quelle che eliminano i suoni esterni) e questo Atonia.

Si tratta della prima uscita a marchio Nervu, neonata label portoghese che ha deciso di mettere insieme su cassetta (qui ci starebbe un punto esclamativo, ma che ci vuoi fare?) un duo di Porto attivo ormai da una decina di anni, gli Sturqen, ed un altro di Helsinki – di ancor più lungo corso – i vÄäristymä.

Aprono i lusitani, con Metrologia: una suite di 30′ precisi divisa in due parti che è come essere catapultati in una qualche base artica ormai disabitata, inospitale, in un film ambientato in un posto tanto freddo e remoto che è possibile sentire il suono del sangue schizzare sul ghiaccio secco (è il vostro, e nessuno verrà a salvarvi). Puro minimalhorror, tutto all’insegna di un equilibrio statico dal quale balzano picchi di inquietudine affilati come rasoi; solo in coda appare del ritmo, ma è come scavare a fondo nel vuoto.

L’orizzonte tracciato dai vÄäristymä è fatto, invece, di pulsioni elettrostatiche che raggiungono il loro massimo fascino in Vieras, sempre lì il loro picco melodico e quello ritmico (o nervoso) in Muovaama. Nulla di rassicurante: in questa manciata di tracce è più il tempo che si passa a rovistare a fondo in un vaso di molecole ed a fare origami con gli atomi che quello utile a guardarsi intorno.

Tutto Atonia rimane ben distante dalla melodia, chiuso in se stesso ed incontaminato; questi lunghi minuti di bianca e sconfinata misantropia sono un regalo prezioso.