Dischi

Suede – Boodsports

Un primo corso chiuso in tono decisamente minore (A New Morning, 2002), dieci anni di silenzio e poi Bloodsports.

Brett Anderson ed i suoi Suede però non paiono rincorrere né i fasti dei ’90 né la loro giovinezza svanita – prova ne sia anche il fatto che la rappacificazione con Bernard Butler (assente dal 1994) nemmeno è stata tentata: Richard Oakes e la sua chitarra stanno benissimo lì dove sono, al loro posto naturale da Coming Up in poi.

Ma Bloodsports suona epico e decadente come allora, saltando a piè pari sia la bruttura di A New Morning che la confusione (in un certo qual modo affascinante) di Head Music. 

Somma una drammaticità inedita (What Are You Not Telling Me?, con tanto di coro) a momenti di elegantissimo vigore (It Starts And Ends With You, Snowblind, Hit Me), altrove poggia forte sulla chitarra di Oakes (For The Stranger) e in generale riesce a ben rappresentare l’ancestrale ossessione di Brett Anderson per i rapporti umani, siano essi distorti, sussurrati o violenti.

Ma le rughe si sentono e un decennio di polvere non può essere completamente spazzato via da 40′ di musica (per quanto molto buoni). Quindi Bloodsports va accolto con molto favore ma anche preso anche per quello che in fondo (per ora) è: la continuazione, a tratti naturalmente stentata, di un discorso interrotto.