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Tame Impala – Lonerism

tame_impala_lonerismSi potrebbe partire dal drumming nervoso di Be Above It, e quelle tastiere che spandono una vibrazione stereofonica e quadridimensionale, o da un altro punto qualsiasi.

Tipo da Feels Like We Only Go Backwards – la traccia definitiva, evidentemente scritta leccando Revolver – e il suo video allucinante; o ancora, dal primo singolo Apocalypse Dreams, che si spande, si infrange, e ritorna a riva come una grossa onda viola; tipo Why Won’t You Talk To Me? – un beat anni ’60 trattato attraverso carta stagnola data alle fiamme.

Da qualunque parte si guardi Lonerism, il punto è che i Tame Impala hanno realizzato il disco lisergico definitivo di questi anni.

Nulla di concettuale, astruso, autistico: le melodie scorrono via impeccabili, frammentate all’interno di brani che continuano a cambiare mood e ritmo pescando ovunque, dal beat anni’60 ai club, dal lavoro di Rickenbacker di George Harrison e dalla fluidità di John Lennon, al lavoro meticoloso di un Dj Shadow, e perché no, da certe atmosfere tipiche dei Doors. Nulla di ossessivamente revisionista: di modernità qui ce n’è molta, tutta al servizio di un disegno più grande.

I Tame Impala calano la psichedelia nell’ora e nell’oggi: Lonerism non avrà i singoloni del precedente Innerspeaker ma proprio qui sta la sua forza. È un’opera contemporanea, concentrata, colorata, e – last but not least – completamente fuori.

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