Dischi

The Bar-Kays – Soul Finger

bar_kays_soul_fingerPrima curiosità: sulla copertina di Soul Finger c’è una maglia con un logo, un capo d’abbigliamento oggi all’ordine del giorno ma del tutto nuovo nel 1967.

Seconda curiosità (macabra): i Bar-Kays registrarono questi fantastici 30′ di soul/funk strumentale nel giugno del ’67 e furono immediatamente scelti come backing band di Otis Redding; il chitarrista Jimmie King, l’organista Ronnie Gladwell, il batterista Carl Cunningham e il sassofonista Chalon Jones persero la vita con Otis schiantandosi nel lago Monona, nel Wisconsin, nel dicembre di quello stesso anno.

I Bar-Keys andarono avanti con una nuova formazione, arrivando a festeggiare i cinquant’anni di attività, ma questo esordio rimane quanto di più grandioso abbiano combinato… se si esclude che furono proprio loro ad accompagnare Isaac Heyes nel suo capolavoro Hot Buttered Soul (1969).

Però questo disco non sarebbe mai esistito senza l’aiuto degli M.G.’s: Al Jackson Jr., Steve Cropper e Booker T. Jones insegnarono ai Bar-Kays i fondamentali – proprio lì, negli studi Stax a Memphis dove poi Soul Finger venne registrato in un paio di giorni.

Si tratta di uno di quei capolavori r&b ingiustamente mai troppo celebrati, che ancora oggi suona dannatamente bene.

Trabocca gioia (anzi: casino), è un’interminabile festa; raramente rallenta, ma quando succede (With A Child’s Heart e I Want Someone – cover dei contemporanei Mad Lads) giustifica in pieno la scelta di un soul man quale Otis Redding.

Per il resto, con il suo ritmo trascinante e staccato, lo scintillio delle chitarre e i contrappunti del piano elettrico, arriva a sembrare la colonna sonora perfetta a metà strada tra una spy story e un college movie (ormai retrò): da riscoprire e amare.

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