Dischi

The Beach Boys – That’s Why God Made The Radio

beach-boys-thats-why-god-made-the-radio-590x590E con questo gli album dei Beach Boys sono ventinove.
Gli anni di attività cinquanta. Cinquanta!

Ecco il motivo di questa reunion: festeggiare. Che poi, dopo tutto, loro un buon motivo per fare festa l’hanno sempre trovato, nonostante le follie, le patologie, la morte, il tramonto, l’alcol… nonostante tutto.

Il punto forse è che bisognerebbe capire perché praticamente nessuno riesce a resistere alla tentazione di resuscitare, e spesso rendersi ridicolo.

Ma forse non è un discorso di tentazione: sarà che in questi anni in cui tutto gira così velocemente da essere dimenticato nel giro di un paio di click c’è disperatamente bisogno di punti fermi, di certezze che non possono che arrivare da chi a questo mood è completamente estraneo, quantomeno per motivi anagrafici.

E forse non ci resta che guardare ai Beach Boys, agli Stone Roses (tra gli ultimi), ai vari Pavement, Pixies negli anni scorsi (e migliaia di altri) come supereroi che hanno – oltre il potere di creare musica straordinaria – quello di inchiodare certezze. Certo poi c’è chi non lo farà mai pur potendo (v. alla voce Smiths), e quelli hanno il superpotere di sbattersene.

E quindi, com’è questo That’s Why God Made The Radio? Banalmente, è esattamente un disco dei Beach Boys, con tutte quelle melodie che non hanno perso un briciolo di smalto.

E’, allo stesso tempo, stucchevole: tutti abbiamo qualcuno in famiglia che vuole fare il giovane, no? Ecco, è quella sensazione lì. Non è una questione di look giovanile, è una questione di connessione: s’arriva ad un certo punto che per quanto uno possa rimanere di spirito giovane, finisce per imbucarsi in una contemporaneità non propria, ed essere fuori posto.

That’s Why God Made The Radio è piacevole, ma non può che suonare come una distorsione temporale: a chi è destinato? Chi è cresciuto con i Beach Boys il surf non lo fa più, e i giovanissimi non se li filano. Forse allora a chi, a metà strad,a è consapevole di non aver nulla a che fare con loro, ma apprezza lo sforzo di questo gruppo di pensionati con camicie di dubbio gusto.

Ascoltare un nuovo album dei Beach Boys (stranissimo a dirsi) è come se il tempo si fosse fermato ai bikini un po’ castigati degli anni ’60, alle tavole tirate a lucido sulla spiaggia, ai falò notturni.

Sospesi in un eterno Mercoledì da Leoni, e senza passare mai la mano: come se Matt Johnson dopo la mareggiata non avesse mai regalato la tavola a quel ragazzo biondo, dicendogli “se capita un’altra occasione, almeno potrai usarla tu.

0 comments on “The Beach Boys – That’s Why God Made The Radio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *