Salutato da più parti come una sorta di ritorno alle origini, a dire il vero Let’s Rock pare avere poco dell’energia grezza e primordiale dei primi tre album dei Black Keys.
È ben lontano dall’essere un mero esercizio di stile, ma certamente guarda volentieri alla più recente esperienza solista di Dan Auerbach (Waiting On A Song) ed alla produzione adottata dal duo nell’ultimo decennio.
Rispetto a Brothers, El Camino e Turn Bluela scrittura è più asciutta, Auerbach e Carney si gettano in questo nuovo capitolo con piglio privo di vera foga, soprattutto languido e il meglio sta lì – in brani come Sit Around And Miss You, Tell Me Lies, Walk Across The Water o Lies.
Ma la sensazione finale è che un album onesto come Let’s Rock guadagni molti punti in più non per meriti propri ma (solo) se paragonato allo zero assoluto che lo circonda.
E al grido di battaglia let’s rock! sarà sempre più consono rispondere mettendo su gli AC/DC o Exile On Main St.(o, al più, il loro Thickfreakness).
Salutato da più parti come una sorta di ritorno alle origini, a dire il vero Let’s Rock pare avere poco dell’energia grezza e primordiale dei primi tre album dei Black Keys.
È ben lontano dall’essere un mero esercizio di stile, ma certamente guarda volentieri alla più recente esperienza solista di Dan Auerbach (Waiting On A Song) ed alla produzione adottata dal duo nell’ultimo decennio.
Rispetto a Brothers, El Camino e Turn Blue la scrittura è più asciutta, Auerbach e Carney si gettano in questo nuovo capitolo con piglio privo di vera foga, soprattutto languido e il meglio sta lì – in brani come Sit Around And Miss You, Tell Me Lies, Walk Across The Water o Lies.
Ma la sensazione finale è che un album onesto come Let’s Rock guadagni molti punti in più non per meriti propri ma (solo) se paragonato allo zero assoluto che lo circonda.
E al grido di battaglia let’s rock! sarà sempre più consono rispondere mettendo su gli AC/DC o Exile On Main St. (o, al più, il loro Thickfreakness).