Dischi

The Cars – The Cars

Nel 1973 – dopo aver pubblicato un album folk-rock a nome Milkwood, passato completamente inosservato – a stento Ric Ocasek, Benjamin Orr e Greg Hawkes si immaginavano di poter raggiungere un qualche tipo di successo, figuriamoci di comporre uno dei migliori album di quel decennio.

Servirono comunque molti giri a vuoto in quel di Boston e dintorni, e soprattutto l’incontro con Elliot Easton (e la sua chitarra) e l’ex Modern Lovers David Robinson; fu a quel punto che i cinque si ribattezzarono Cars, misero mano ad un po’ di materiale già abbozzato e passarono tutto il 1977 a suonare in giro.

Trovarono il tempo di registrare una demo di Just What I Needed, che divenne una specie di hit nelle radio locali e valse loro un contratto discografico; la Elektra aveva ottime speranze – tanto da metterli nelle mani di Thomas Baker, produttore dei Queen, e spedirli agli Air Studios di Londra – e furono ripagate alla grande.

La cosa strabiliante di The Cars, infine pubblicato nel giugno del 1978, è che si tratta di un grossissimo mash up di elementi che – in modo assai improbabile – si fondo perfettamente: suoni sintetici che anticipano il trend del successivo decennio, chitarre roboanti, cori e handclaps presi in prestito dai primi bagliori del rock’n’roll, ritmiche dinoccolate e andazzi folgoranti, assoli minimali ed entusiasmanti.

Su tutto, melodie killer e un’attitudine genialoide a non prendersi mai troppo sul serio: i Cars erano musicisti sufficientemente colti da potersi permettere di essere snob, invece arrivarono alla formula perfetta e vendettero tonnellate di dischi, suonando perfetti per chi trovava insopportabile l’attitudine troppo intellettuale dei Talking Heads, o troppo ruvidi i Blondie o, ancora, troppo altolocati i Roxy Music.

Nomi non casuali: parte del successo dei Cars, che s’imbucarono nel filone new wave, fu certamente dovuto al fatto che arrivarono a rimorchio di queste band, ma non avevano la pretesa di parlare soprattutto ai giovani e non facevano mistero di voler sbucare fuori da tutte le autoradio d’America.