Dischi

The Flaming Lips – Oczy Mlody

Oczy Mlody pare ripartire da dove c’eravamo lasciati, nel senso che la title-track e la seguente How?? suonano come l’uscita dal tunnel che era The Terror: affiorano melodie che pian piano vanno allisciandosi, eliminando quella scura inquietudine.

Quando parte il beat soffuso ma incalzante di There Should Be Unicorns è quasi una festa, anche se acidissima, anche se sul finale il salmo snocciolato da Wayne Coyne lascia il passo ad uno spoken dai toni profondissimi, che però è un elenco di cosa servirebbe (o serve?) per organizzare una festa come si deve in un universo magico.

I Flaming Lips sono totalmente fuori di testa (e pare quasi banale dirlo), ma la loro attitudine – in fondo la stessa che animava i Pink Floyd di The Piper At The Gates Of Dawn – sarebbe forse fastidiosissima se non fossero in grado di scrivere ottime popsongs: si tratta (almeno) di Sunrise (Eyes Of The Young), The Castle, How?? e la conclusiva We A Family (dove compare l’amicissima Miley Cyrus).

Roba che non si sentiva da Yoshimi o The Soft Bulletin, ma roba già sentita – appunto – nient’affatto banale ma da iscrivere nel canone di altri enormi brani come Do You Realize??, Race For He Prize, Waiting For A Superman, Feeling Yourself Disintegrated, It’s Summertime (pescando a caso).

Insomma, un po’ Oczy Mlody segna il ritorno ad una forma iù convenzionale; un po’ è effettivamente riuscita l’intenzione di creare qualcosa «ispirato tanto a Syd Barrett quanto ad A$AP Rocky», spiriti che echeggiano nell’approccio freak alle ritmiche (Almost Home (Blisko Domu)One Night While Hunting For Faeries And Witches And Wizards To Kill).

Per tutto il resto, per rendersi conto di quale sia il tasso di acidità attuale dei Flaming Lips, basta Listening To The Frogs With Demon Eyes: oltre sette minuti durante i quali davvero ascoltiamo ranocchie con occhi spiritati (nostri o loro poco importa).