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The Flaming Lips – Yoshimi Battles The Pink Robots

flaming_lips_yoshimiHer name is Yoshimi
she’s a black belt in karate
working for the city
she has to discipline her body
‘cause she knows that
it’s demanding
to defeat those evil machines
I know she can beat them
oh! Yoshimi, they don’t believe me
but you won’t let
those robots defeat me

Pubblicato a tre anni di distanza da The Soft Bulletin, Yoshimi Battles The Pink Robots è il capolavoro sci-fi della band di Wayne Coyne.

È almeno in parte un concept album: le prime quattro tracce (e tutto l’artwok, di chiaro stampo fumettistico nipponico), raccontano dell’epica battaglia tra Yoshimi, una sorta di eroina giapponese degli anni zero, contro questi spaventosi robot rosa il cui scopo è annientare la razza umana (ovviamente).

Si parte con Fight Test, per cui Cat Stevens (o come si chiama adesso) prende copiose royalties, si passa per One More Robot/Sympathy 3000-21 (il risveglio delle macchine) e Yoshimi Battles The Pink Robots pt. 1 (l’invocazione della salvezza), per arrivare alla lotta finale: Yoshimi Battles The Pink Robots pt. 2 è un collage di suoni, di disarmonie da cartoon in cui si sentono le vere urla di Yoshimi P-We, batterista dei Boredomos dal cui nome prende spunto questa saga.

Siamo solo alla traccia quattro, ma da questo seme è nato un musical (alla cui creazione ha collaborato Coyne stesso), recensito in senso non particolarmente entusiastico – forse perché, in fondo, è impossibile dare una forma razionale a quello che volevano combinare i Flaming Lips durante le registrazioni di Yoshimi Battles The Pink Robots. 

Ma il fatto che ne uscì un successo commerciale molto maggiore del precedente è perfettamente spiegabile (certo, a posteriori): in quel momento (le registrazioni iniziarono nel giugno 2000 e terminarono l’aprile successivo) i Lips stavano ascoltando un sacco di musica commerciale, tipo Madonna e la fuckin’ Nelly Furtado, e la presero a modello

Certo l’ennesimo esperimento, ma Yoshimi contiene quelle che forse sono le canzoni più orecchiabili dei Flaming Lips fino ad oggi, in qualche modo le più semplici (ma non semplicistiche): Fight Test, anzitutto, un grosso plagio di Father And Son (ma con una resa decisamente più intressante e meno buonista), Ego Tripping At The Gates Of Hell, e soprattutto Do You Realize??.

Sono gli episodi in cui i Flaming Lips si avvicinano maggiormente al grosso, grossissimo chorus, roba da catarsi da stadio, non fosse che ovviamente l’architettura – sonora ed emozionale – su cui si poggiano queste canzoni è tutt’altro che scontata: un perfetto mix di confortevoli chitarre acustiche e il ronzare sintetico di circuiti spaziali.

E la sensazione che domina Yoshimi Battles The Pink Robots è lo smarrimento, provocato dal rapporto tra il e gli altri.

Siano questi altri robot, o i nostri cari – sia questo rapporto conflittuale o al contrario affettivo – questo disco sembra trasmettere la sensazione che, vada come vada, siamo ontologicamente alla deriva.

…you realize the sun doesn’t go down 
it’s just an illusion caused by the world
spinning round

Ma è una presa di coscienza, uno schiaffo magari, ma una preziosa lezione sui propri limiti. Ed ecco che nel bel mezzo di un commovente inno alla vita (Do You Realize??) Coyne infila li quel ti rendi conto.. che tutti quelli che conosci, un giorno, moriranno?

È il cuore dell’intero Yoshimi, poche parole che trasformano un album dai toni popular, coloratissimi e psichedelici in un portone spalancato sulla personalissima prospettiva di se stessi.

Un pensiero tanto grande da perdercisi dentro, un calarsi nel più profondo horror vacui.

Yoshimi Battles The Pink Robots è un altro (grandissimo) tassello esistenzialista nel viaggio dei Flaming Lips, sotto le mentite spoglie di un’epica dai toni sci-fi diventata un classico degli anni zero.

2 comments on “The Flaming Lips – Yoshimi Battles The Pink Robots

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