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artwork: Electric Ladyland (1968)

«Dovete adorare Jimi come un dio. Tutte in torno al vostro totem, chiaro?» – questa era l’idea della Reprise per lo scatto di copertina del nuovo disco di Hendrix: un gruppo di ragazze che attorniava Jimi idolatrandolo.

Forse un richiamo al mito del black man ipersessuato, o al chirarrista che aveva il mondo ai suoi piedi, o alla rockstar tutto dissolutezza e groupies. Forse a tutte e tre queste cose insieme.

La storia vuole che però a Hendrix, nonostante avesse intitolato l’album alle groupies (electric ladies, le chiamava), quell’idea della sua casa discografica proprio non andasse giù. E allora alle session per le foto nemmeno si presentò.

Piuttosto,  aveva ben altra idea per la copertina di Electric Ladyland. L’aveva scritta nero su bianco la sera freddissima del 2 settembre 1968, mentre era a Denver, al Cosmopolitan Hotel.

Aveva preso la carta intestata dell’albergo e aveva cominciato, confusissimo: «Carissimi, ecco le immagini che vorremmo che usaste per la copertina dell’LP. Preferibilmente per l’interno e il retro. Alcune di quelle in bianco e nero senza i contorni bianchi, e la maggior parte di queste l’una vicina all’atra con dimensioni differenti, unite in punti diversi…»

Seguiva disegnino (nelle intenzioni) esplicativo. Lo scritto era intitolato lettera dalla stanza degli specchi e conteneva un vaneggiamento sul warm hello of the sun e su uno slow motion speeded up sound.

Comunque, Hendrix voleva che in copertina ci fosse uno scatto che ritraeva la lui e la band assieme a dei bambini festosi. La foto, opera di Linda Eastman (al tempo non ancora McCartney), esiste e si trova nella riedizione in cd del disco, ma all’epoca la Reprise se ne fregò. Avevano fretta di fare uscire l’album, e visto che Jimi non si era presentato all’appuntamento fissato per le foto con le ragazze, venne chiesto loro di spogliarsi in cambio di un po’ di soldi in più.

Un mucchio di donne nude che tengono in mano i dischi di Hendrix, simbolo scandaloso della swingin’ London multirazziale e hip: con questa immagine Electric Ladyland uscì in Inghilterra. È evidente che l’etichetta discografica cercasse si suscitare l’interesse del pubblico un un’immagine vagamente sexy.

Ma come raccontò poi una delle ragazze coinvolte la foto «Ci fa sembrare un mucchio di vecchie baldracche. È pessima. Prese singolarmente sembriamo anche a posto, ma la foto ci fa sembrare vecchie e stanche»*.

L’immagine fu ovviamente censurata e sparì per rempre dalle relase ufficiali. Negli States invece il disco uscì con il primo piano di Hendrix che ancora conosciamo, meno efficace.

La morale è che – per quanto decisamente non in sè nei mesi prima di lasciare questo mondo – Hendrix ci avesse visto giusto.

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*per approfondire, ad Electric Ladyland è dedicato un bel volumetto della collana Tracks (ed. No Reply) scritto da John Perry.

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