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The Rolling Stones – Blue & Lonesome

rolling_stones_blue_lonesomeChe fare di un album dei Rolling Stones che esce ad inizio dicembre dopo undici anni di silenzio, fatto interamente di canzoni ripescate dal secolo scorso – da un tempo in cui Mick e Keith portavano ancora i calzoni corti, se non prima?

Se dobbiamo considerarla una strenna natalizia è assai gradita, dato che non si tratta di una qualche raccolta/riedizione né (tecnicamente) di un album di inediti (perché se il tenore dev’essere lo stesso di A Bigger Bang meglio lasciar perdere).

E infatti Blue & Lonesome è una gran cosa: dopo anni spesi a constatare che l’inevitabile affaticamento degli Stones nello scrivere, sposta il focus sull’esecuzione, ed è un’esecuzione che ha del miracoloso.

Poco meno di 45′ di puro blues, tirato a lucido e scintillante (produce ancora Don Was) ma pur sempre blues: quello elettrico di Chicago e quello paludoso del Mississippi, tutto ciò che Mick, Keith, Charlie e Brian Jones suonavano incessantemente prima di conquistare il mondo.

È come non fosse passato un solo minuto, perché la voce di Mick Jagger – qualcosa di incredibile a dispetto dell’anagrafe – rende seducente e sedizioso ogni minimo sussurro; perché i suoi polmoni sono ancora in grado di far squillare in quel modo prepotente l’armonica; perché la chitarra di Keith rende tutto molto pericoloso e perché Charlie… Charlie è ancora Charlie nonostante tutto, cioè nonostante si tratti di un batterista jazz che da più di 50 anni sta dietro le pelli di “una” rock’n’roll band e non perde un colpo.

C’è anche Eric Clapton, al servizio di I Can’t Quit You BabyEverybody Knows About My Good Thing (a proposito: qualcuno gli faccia notare che Blue & Lonesome è infinitamente migliore del suo From The Cradle) e la rimpatriata è quasi completa: pare il Marquee Club, pare l’Inghilterra prima della swinging London, quando i ragazzi sognavano ad occhi aperti quei posti (che credevano) meravigliosi dall’altra parte dell’Atlantico.

Insomma c’è molto amore e molta prepotenza in questo album, ma nessun furto: i Rolling Stones hanno deciso di tornare alle origini e rivestire i panni di profeti del blues, chiudendo il cerchio. Sarebbe perfetto se si trattasse del loro ultimo lavoro, staremo a vedere.

Però Blue & Lonesome sta lì a dimostrare che – insomma – non si arriva ad essere loro per caso e che questa musica, sorprendentemente, è un portentoso elisir di giovinezza.