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The Spitfires – Response

spitfires_responseChiariamo immediatamente, gli Spitfires sono praticamente i Jam  in versione nuovo millennio: stesso suono tesissimo dei loro esordi, stesso approccio feroce – solo vagamente meno minimale -, stessa estrazione working class e conseguente incazzatura.

A conti fatti, questo quartetto di Watford rappresenta sinora la più diretta e credibile discendenza della prima incarnazione musicale di Paul Weller (volendo cercare al massimo della distanza: i Buzzcocks).

Il che però vuole anche dire che se non ve n’è mai fregato nulla dei Jam, difficilmente troverete qualche motivo di interesse negli Spitfires; ma anche che, se al contrario li avete tatuati sul cuore, potreste ritenere (e non a torto) che nulla sia degno del trio Weller/Buckler/Foxton.

Premesso questo, premesso che il confronto è perso in partenza e anche che non ci addentreremo nemmeno nel discorso originalità vs copia/incolla (al massimo aggiorna) sonoro, viste le radici che gli Spitfires vestono con orgoglio la domanda giusta da farsi potrebbe essere: hanno senso?

Anzitutto, Response è un disco molto più che godibile; viaggia ad un ritmo indiavolato per la maggior parte del suo minutaggio ma sa anche concedersi qualche pausa al momento giusto, brevemente trascinato via dal suono dell’organo elettrico (una presenza discreta ma costante) e addirittura di un quartetto d’archi. Ci sono anche i fiati – e molti – ma sono più le volte che esplodono che quelle in cui restano sommessi.

Il punto focale del disco però sono le chitarre furiose e i testi di Bill Sullivan. Ecco: la forma espressiva potrà anche essere vecchia di quarant’anni ma è perfetta per veicolare la sua rabbiosa intelligenza, che si tratti di brindare alle vecchie foto della scuola e a tutte le idee che il tempo ha portato via, di raccontare la presa di coscienza di una generazione nata già con le spalle al muro o di gridare al vento un nome, alticci se non completamente sbronzi.

Grazie a questo, Response funziona e ha senso perché è costruito su una serie di pezzi notevoli (Disciples, Tell Me, Escape Me, Stand Down, I’m Holdin’ On, 4am) che il songwriting di Sullivan trasforma in vivide rivendicazioni. Vi ricorda qualcuno, tipo il Modfather…? È sulla strada giusta, e con lui gli Spitfires.

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