Dischi

The Wallflowers – Glad All Over

wallflowers-300x300«Non ce la faccio proprio a stare senza gli altri», disse un giorno Jakob, figlio di Dylan, e allora rimise insieme la banda. E chiamò pure Jack Irons a fare il palo.

E così, con un titolo più da best of che altro, ci troviamo per le mani il primo disco dei Wallflowers da sette anni a questa parte.

E c’è dentro Misfits And Lovers che fa categoria a sé.

Cos’è? Possiamo sbizzarrirci a pensare che una canzone tanto grandiosa sia il simbolo di una band che sboccia una volta per tutte (late bloomer, in questo caso), o il suo gran bel colpo di coda, o, ancora, è anche legittimo pensare che dopo una carriera passata senza troppi scossoni, dignitosamente sopra la sufficienza ma mai oltre, sia la testimonianza che una canzone buona può capitare a tutti, pure dopo anni a fare da tappezzeria.

Sia come sia, in Misfits And Lovers i Wallflowers condensano in 3 minuti lo spleen epico di Springsteen e dei suoi losers e il suono dei tardi Clash, uniti alla capacità che avevano i Red Hot Chili Peppers di raccontare i bassifondi. Ne esce un brano che ha la stessa forza evocativa di Under The Bridge, con Mick Jones anziché John Frusciante.

Jones mette il suo zampino anche sul primo singolo Reboot The Mission (e giureresti che il basso è di Paul Simonon!), che è la più grande reincarnazione dei Clash dei tempi di Combat Rock mai sentita.

Queste due si fanno ricordare una spanna sopra le altre, così come Love Is A Country, con il suo incedere rassicurante e il suo testo destabilizzante (poesia, direbbe qualcuno).

Ma è tutto Glad All Over che sorprende per convinzione. Dopotutto Jakob è sempre stato uno che sa scrivere, e pure bene. Niente a che vedere con l’ingombrante padre, dal quale ha ben pensato sin da subito di non provare nemmeno a raccogliere lo scettro (ad altri il compito, tanto di Bob ce ne sarà sempre solo uno). E dopotutto gli altri della banda ci hanno sempre messo la potenza. L’insieme non è mai stato inascoltabile, solo mediocre.

Ma la sensazione è che i Wallflowers siano tornati per prendersi quello che fino adesso non hanno avuto: redivivi, ed è comunque una buona notizia.

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