Dischi

The XX – I See You

Ciò che resta di I See You è che i The XX sono risaliti dall’oscurità che avvolgeva i loro precedenti lavori; sono riaffiorati in superficie, probabilmente trascinati dalla produzione di Jamie XX, forse timorosi di ripetersi.

Ebbri di quest’aria nuova e cristallina – o forse confusi dall’embolia – si sono scrollati di dosso gran parte del cavernoso mistero in cui si muovevano.

Amore, perdita, redenzione e rappacificazione sono qui filtrati attraverso questo nuovo approccio, non per forza limpido ma decisamente più carefree.

Sarà la gioia di molti, anche se – per fortuna – non siamo ancora all’inno da stadio: On Hold e Dare You sono i brani che si avvicinano di più a questo orizzonte, quindi figuriamoci.

Però l’approccio da club (comunque sui generis) di In Colour, applicato massicciamente al suono che era di Coexist, non pare funzionare al massimo: in I See You gli angoli torbidi sono curve al massimo un po’ ruvide; i tormenti percussivi e solitari sono ritmi affollati; le improvvise lucentezze sono armonie da scambiarsi con una certa nonchalance.

I See You è la scoperta di un mondo nuovo, l’attesa consapevolezza del plurale (malignamente: di non fare musica solo per se stessi), il cui esito sta lì – in un gioco di reciproche aspettative; è una questione di suono, che si riflette sull’efficacia.

Resta da sperare che i The XX non finiscano per essere gli ennesimi che, usciti per farsi un giro, decidono di non tornare più: la loro improvvisa sicurezza toglie conforto.