Questo debutto di Tornado Wallace – producer di Melbourne basato a Berlino, nato Lewie Day – è musica d’ambiente perfetta.
Il titolo svela molto: in Lonely Planetl’elemento naturalistico è sempre preponderante, anche nei momenti meno lussureggianti, o quelli (pochi) in cui si alzano i bpm; l’atmosfera rimane comunque umida ed increspata, il volume di certi pattern tribali non tracima mai nell’inquietudine.
Quindi inutile negarlo: sembra la colonna sonora meravigliosa di un documentario altrettanto meraviglioso su quanto starebbe bene in nostro Pianeta senza il fattore umano.
Ed è come se Tornado Wallace abbia voluto in qualche modo ricordarcelo, però anche usando – per contrasto – la pura gioia di strimpellare un pianoforte (Voices), una chitarra (Today, il momento più prossimo al dancefloor) o alcune atmosfere molto care ai Roxy Music (Healing Feeling).
Lonely Planet dipinge un mondo utopico, in cui tutto è perfettamente al proprio posto come natura vorrebbe.
Questo debutto di Tornado Wallace – producer di Melbourne basato a Berlino, nato Lewie Day – è musica d’ambiente perfetta.
Il titolo svela molto: in Lonely Planet l’elemento naturalistico è sempre preponderante, anche nei momenti meno lussureggianti, o quelli (pochi) in cui si alzano i bpm; l’atmosfera rimane comunque umida ed increspata, il volume di certi pattern tribali non tracima mai nell’inquietudine.
Quindi inutile negarlo: sembra la colonna sonora meravigliosa di un documentario altrettanto meraviglioso su quanto starebbe bene in nostro Pianeta senza il fattore umano.
Ed è come se Tornado Wallace abbia voluto in qualche modo ricordarcelo, però anche usando – per contrasto – la pura gioia di strimpellare un pianoforte (Voices), una chitarra (Today, il momento più prossimo al dancefloor) o alcune atmosfere molto care ai Roxy Music (Healing Feeling).
Lonely Planet dipinge un mondo utopico, in cui tutto è perfettamente al proprio posto come natura vorrebbe.