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Trailer Trash Tracys – Ester

trailer-trash-tracys-300x300Una breve jam (Rolling Kiss The Universe) e poi Ester finalmente si apre, con quella che alle prime battute pare una versione post punk di Baba O’Riley.

You Wish You Were Red è fatta di una linea di basso che rimbomba tra loop che collassano, chitarre che girano spettrali evocando il pop anni ’50, e la voce magnetica di Susanne Aztoria.

I Trailer Trash Tracys ci hanno messo un bel po’ di tempo a confezionare il debutto (per la Domino), che arriva dopo oltre due anni da Candy Girl, singolo che aveva creato una spasmodica attesa svanita poi nel nulla.

È un giochetto che piace: Ester è una continua rincorsa a nascondersi tra le pieghe di riff sbilenchi, nastri sbobinati, echi e voci eteree.

Il risultato è spiazzante, e paurosamente affascinate. Suona come un landscape industriale rovinato e triturato: si sbanda tra deviazioni subacquee (Dies in 55, Starlatine), abbagli pop in stile Phil Spector (Candy Girl, appunto), bassi gommosi (Black Circle), mentre tutto intorno la realtà se ne va in pezzi (Turkish Heights).

Quello dei Trailer Trash Tracys è un disco diretto, in cui ogni elemento rivela sé per quello che è, senza patina, pieno di rughe, consumato e deframmentato. E ha il suono di un intero skyline che si schianta al suolo rovinosamente, pezzo per pezzo come un domino, al rallentatore.

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