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Tycho – Awake

tycho_awake_2Terzo album per Scott Hansen, in arte Tycho (ormai una vera e propria band) che arriva dopo quel Dive che tanto ci era piaciuto nel 2011.

Il panorama di Awake, rispetto al suo predecessore, è meno diluito e ambient: oggi Tycho sfoggia ritmiche incalzanti che si intrecciano con rintocchi eterei (vedi Montana, o Spectre) e, in generale, ha trovato nelle chitarre dal suono cristallino un ottimo contrappunto per i suoi sintetizzatori.

Tant’è che in questo album fanno capolino dinamiche quasi post rock, in un continuo ricorrersi con brani che non sfigurerebbero affatto su un dancefloor un po’ meno teso del solito (L).

Awake riesce a racchiudere in 36’ tante sfaccettature, ma alla fine ci si ritrova null’altro che all’inizio – o quantomeno intrappolati in quello che è il vero marchio di fabbrica di Tycho: la circolarità totale del suo suono, una specie di carillon cosmico che si nutre di tutto (chitarre, cocktail, sfilate di moda, vecchi synth, paesaggi pastorali e design modernista) e del quale Hansen gioca a mostrare una sfumatura diversa ad ogni passo.

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