Quando anche i critici e i musicisti con cui sei in contatto postano brani e apprezzamenti per un album, è più probabile che anche tu abbia sentito giusto nel considerarlo meritevole.
È questo uno dei quattro motivi per scrivere, a colpevole distanza dall’uscita, di II, opera due degli Unknown Mortal Orchestra.
Il secondo motivo è che è stato pubblicato il 28 ottobre scorso un ep, Blue Record, contenente versioni da caminetto di Swim And Sleep (Like A Shark), Faded In The Morning, So Good At Being In Trouble (tutti estratti da II), e due cover: Swing Lo Magellan dei Dirty Projectors e Puttin’ It Down di Beck.
Il terzo motivo è che gli Unknown Mortal Orchestra saranno in Italia il 22 novembre a Carpi (al Mattatoio) e il 23 a Roma (al Blackout).
Il quarto motivo è che, avvicinandosi la fine dell’anno, II sarà certamente un disco da inserire ai primi posti delle classifiche del meglio del 2013.
Si tratta di un album semplicemente straordinario, capace di mescolare pop e psichedelia in una miscela dall’effetto straniante ed ammaliante. Un sound lisergico e pieno che parte dai Kinks (il placido crepuscolo di The Opposite Of Afternoon o la conclusiva Secret Xians) e arriva ai Tame Impala (la trascinante cavalcata di No Need For A Leader o la barluccicante Faded In The Morning), passando per la sperimentazione chitarristica di Hendrix (l’intro di Monki ne è un esempio), concedendosi ballate dolenti (So Good At Being In Trouble) e inattesi inserti R&B (i fiati della centrifuga di One At The Time).
Un disco di luci, ma anche velato di malinconia, in cui le voci in lo-fi accentuano il senso di incertezza, sin dall’inqiueto incipit dell’iniziale From The Sun: “Isolation can put a gun in your hand. It can put a gun in your hand. It can put a gun in your hand”. Possibile. In alternativa ti fa scrivere musica meravigliosa.
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