Dischi

Uyuni – Salar Uyuni

salar_uyuniS’annuncia una nascita, e come sempre in queste occasioni è già un bell’annunciare.

Uyuni è il nuovo progetto nato in casa Tafuzzy Records: Lompa e InserireFloppino uniscono (stru)menti, loop e percussioni per questo album che prende il nome dalla più grande distesa di sale del mondo.

Nonostante la toponomastica, in ogni caso, Salar Uyuni suona tutt’altro che desolato come potrebbe essere un’enorme distesa di nulla luccicante. Al contrario, ha in sé tutta l’atmosfera mistica che un luogo del genere può trasmettere.

Lompa ed InserireFloppino giocano su rintocchi e arpeggi chitarristici, inzuppano le composizioni in ritmiche evocative e riverberi come granelli di sabbia in una clessidra.

Le voci emergono, a tratti, come miraggi lontani nel deserto. Ci sono inserti vocali frammentati, gioiosi e spiritati che fanno capolino qua e là. Ma si manifestano davvero solo in Qui, che apre la seconda metà del disco, a sembrare più un canto indiano lungo il passaggio che altro.

E bisogna anche dire che Lompa schiva agile il rischio di cadere nella logorrea tipica di certi egregi chitarristi e di dischi come questo: rimane sempre con la bussola ben puntata sulla melodia e mai sul vezzo.

Ma è pur vero che ogni tanto Salar Uyuni confonde.
Siamo finiti nel deserto? E’ il tramonto?
O stiamo di nuovo vendendo l’anima al diavolo,  ad un incrocio giù in Mississippi?

***

Non vi bastasse, Davide Brace, gran ciambellano di Tafuzzy Records, racconta per noi Uyuni:

Per il resto Uyuni sono Lompa e InserireFloppino e cioè colonne portanti di Mr.Brace, BIP e della stessa Tafuzzy Records. Un nuovo reimpasto. Si parte, si torna, si muore ci si trasforma. Resoconti di giorni passati soli. Lontano dalle solite persone e dai soliti luoghi. Futuri incerti, come sempre. Spazi aperti e desolati. Di contro passione, rigore e dedizione. Lavoro di cesello e di bulino. La semplicità di un’esposizione nitida che non abbisogna di troppo altro per apparire nella bellezza che gli è connaturata. Stilemi prewar-folk, fingerpicking, blues, psichedelia, autismi di loop, inserti di voce, effetti ambientali, luccichii elettronici e distorsioni liberatorie. Luoghi che sembrano diversi ma son sempre gli stessi o viceversa. Il deserto salato che si stende all’orizzonte non appena si chiudono gli occhi per trattenere nuove lacrime. Di gioia, di pena, di fatica, di acqua salata.

p.s. avete letto la nostra chiacchierata con Davide Brace? No? Eccola: parte 1parte 2. Ora avete anche un ottimo sottofondo.

palindromi (I) by UYUNI

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