Piccolo estratto dalla performance di ieri sera di Veronica Marchi al Bar The Brothers (Grezzana, VR).
La luce e l’audio sono quelli che sono, ma ben riflettono la situazione ambientale.
Schiacciata tra la fine della partita e l’arrivo della folla al bar, Veronica ha cercato in tutti i modi di trovare la concentrazione tra il chiasso infernale della gente.
Poco, pochissimo rispetto.
E non lo diciamo con la solita retorica ah guarda la musica piccola ed indipendente come sta messa, necessita attenzione, gli artisti sono costretti a suonare in posti poco adatti, ecc… no.
No perché il mese scorso, all’Alcatraz al concerto di De Gregori era la medesima cosa: gente tra le prime file che chiacchiera e si fa beatamente i cazzi propri, urlando nel tentativo di farsi sentire dal vicino e sovrastare i suoni. Più interessata a farsi foto sceme flashando in giro men-in-black-style che ad ascoltare.
E allora: statevene a casa o ovunque, se non siete capaci di stare zitti. In certi casi, risparmiate anche i soldi. E sì, comunque, è lo specchio di un paese ineducato all’arte.
Tanto premesso, la performance natalizia – bella ma penalizzata – era l’occasione per suonare dal vivo gran parte de La Guarigione.
Però Veronica, accompagnata da Maddalena Fasoli agli archi e Nelide Bandello alle percussioni), ha anche ripescato qualcosa dal vecchio repertorio, come questa 27, che risale al suo eponimo esordio datato 2005: una rarità.
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