The Incredibile Jazz Guitar Of Wes Montgomery tiene fede al suo titolo e forse questo è tutto quello che c’è da sapere.
Suonando al Missile Blues di Indianapolis sul finire degli anni ’50, Wes Montgomeryaveva incontrato il produttore Orrin Keepnews: fu quest’ultimo a portarlo a New York, ad affiancargli un trio meraviglioso (il pianista Tommy Flanagan ed i fratelli Percy e Albert Heath rispettivamente al basso ed alla batteria) ed a chiuderlo in studio per un paio di giorni sul finire del gennaio 1960.
Tanto bastò, perché aveva trovato finalmente la sua dimensione. A confronto, gli album incisi in precedenza da Wes con i suoi fratelli (Fingerpickin’, Far Wes e The Wes Montgomery Trio) sono robetta.
In The Incredibile Jazz Guitar Of Wes Montgomery è fatto di qualche originale e qualche standard jazz e Wes è ovviamente al centro della scena, con la sua particolarissima tecnica – quel pizzicare le corde con il pollicione destro – e la sua fantasia.
Ma è una scena molto fluida, la sua chitarra è (allo stesso tempo) prima tra i pari e di una superiorità disarmante, con cambi di ritmo improvvisi, saliscendi tra le ottave, tempi dilatati o serratissimi, assoli a perdifiato – tutto comunque a servire al meglio le melodie, si tratti della classica Gone With The Wind o della dolcissima In Your Own Sweet Way di Dave Brubeck, di Airegin firmata da Sonny Rollins o di originali come Mr. Walker (Renie), Four On Six o D-Natural Blues.
Da allora non si è sentito mai più nulla del genere nel jazz, e probabilmente anche fuori da quella cerchia. Se poi ancora non vi fidate, fidatevi del Congresso degli Stati Uniti, che ha inserito questo album nel National Recording Registry.
The Incredibile Jazz Guitar Of Wes Montgomery tiene fede al suo titolo e forse questo è tutto quello che c’è da sapere.
Suonando al Missile Blues di Indianapolis sul finire degli anni ’50, Wes Montgomery aveva incontrato il produttore Orrin Keepnews: fu quest’ultimo a portarlo a New York, ad affiancargli un trio meraviglioso (il pianista Tommy Flanagan ed i fratelli Percy e Albert Heath rispettivamente al basso ed alla batteria) ed a chiuderlo in studio per un paio di giorni sul finire del gennaio 1960.
Tanto bastò, perché aveva trovato finalmente la sua dimensione. A confronto, gli album incisi in precedenza da Wes con i suoi fratelli (Fingerpickin’, Far Wes e The Wes Montgomery Trio) sono robetta.
In The Incredibile Jazz Guitar Of Wes Montgomery è fatto di qualche originale e qualche standard jazz e Wes è ovviamente al centro della scena, con la sua particolarissima tecnica – quel pizzicare le corde con il pollicione destro – e la sua fantasia.
Ma è una scena molto fluida, la sua chitarra è (allo stesso tempo) prima tra i pari e di una superiorità disarmante, con cambi di ritmo improvvisi, saliscendi tra le ottave, tempi dilatati o serratissimi, assoli a perdifiato – tutto comunque a servire al meglio le melodie, si tratti della classica Gone With The Wind o della dolcissima In Your Own Sweet Way di Dave Brubeck, di Airegin firmata da Sonny Rollins o di originali come Mr. Walker (Renie), Four On Six o D-Natural Blues.
Da allora non si è sentito mai più nulla del genere nel jazz, e probabilmente anche fuori da quella cerchia. Se poi ancora non vi fidate, fidatevi del Congresso degli Stati Uniti, che ha inserito questo album nel National Recording Registry.