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Young Magic – Melt

YOUNG_MAGIC_MELT_905-590x590Gli Young Magic sono un collettivo proveniente dal mondo, con base a Brooklyn. Presentano il loro lavoro come “un’esplorazione nel subliminale, alla ricerca del sublime. Un’infinita improvvisazione“.

Pare che i tre (Isaac Emmanuel, Michael Italia e Melati Malai), abbiano messo insieme questo Melt con pezzi di registrazioni prodotte da ogni parte del mondo (Melbourne, NY, Città del Messico, le immancabili Londra e Berlino, Rio, Buenos Aires, fino a Roma e Palermo, e molte altre).

In effetti questo disco suona come un enorme patchwork sonico costruito con cura meticolosa. Impossibile non porgere orecchio, per la ricchezza delle texture melodiche che s’impigliano l’una sull’altra all’infinita ricerca di uno stato di ipnosi globalizzata: confini geografici che si squagliano, barriere del suono infrante, tribalismi catapultati in pieno occidente, velocità e acciaio trasposti nella giungla.

I Young Magic crogiolano tutto questo alla luce di sintetizzatori che perdono pezzi, sostenuti da beat ricavati da qualunque cosa (tipo la saccoccia piena di monetine in Sparky), chitarre che sembrano più che altro spiriti (Drawing Down The Moon), e senza superare mai i quattro minuti.

Quando succede – un’unica volta – è un fatto di una meraviglia inconcepibile: Night In The Ocean, che per quanto impossibile chiude il cerchio tra shoegaze e hip hop, per dissolversi in un arpeggio acustico suonato in una qualche grotta sperduta sulla scogliera dei sogni.

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