Appunti

Bono ovunque

Bono ha appena pubblicato un’autobiografia, Surrender: 40 Songs, One Story, che sembra come minimo un buon regalo di Natale per fan degli U2 (e non solo).

Quindi nell’ultimo mese è apparso un po’ ovunque: interviste, servizi speciali, articoli vari. Stavamo provando a fare un recap – dalle sue dichiarazioni di scuse per quell’album infilato a tradimento nella nostra libreria musicale diversi anni fa, a quelle sul desiderio di farne uno molto basic, fino alle anticipazioni più personali e intime dal suo libro. Abbiamo fallito, allora ecco alcune cose che comunque ci sembrano significative.

La sua ospitata da Stephen Colbert è un po’ un tour de force. Anzitutto la canonica intervista – qui sotto la extended version – a metà via tra il serio ed il faceto, che in realtà è l’incontro tra due mondi fino a quel momento paralleli dato che, a quanto pare, diversi decenni fa il coinquilino di Colbert non ascoltava altro che gli U2 («se non mi fossero piaciuti gli U2, avrei dovuto trasferirmi» – dice, e allora Bono risponde: «allora è bello pensare che al tempo siamo stati noi a trasferirci da te»).

Poi un questionario apparentemente concepito per mostrare al mondo chi davvero sia Bono, dal quale se non altro viene fuori che Bob Marley cantava con accento irlandese.

E poi, per finire, una versione di White Or Without You riarrangiata per ospitare uno spoken / poesia che ha a che fare con la prima casa in cui Bono stesso e la moglie Ali si trasferirono.

Dalla CBS prendiamo una gita a Dublino, al primo luogo degli U2, al pub con Bono e la moglie, alla casa d’infanzia (qui il servizio con l’intervista integrale).

Da NPR, un’altra intervista molto interessante e ancor più personale intima, se vogliamo. Bono apre argomentando quanto sia stata (e sia) fondamentale la relazione con la moglie Ali – i due iniziarono a frequentarsi la stessa settimana in cui gli U2 si formarono, pensate un po’ – e continua parlando del padre («mi diceva ‘sei un baritono che si crede un tenore’, una frase perfetta per descrivere la mia personalità»), edella magnitudo che ha avuto la sua scomparsa persino sulla sua voce, e si va poi sulla religione (o meglio: fede).

Tra tutte quelle che abbiamo visto, comunque, la chiacchierata più completa – quella che meglio bilancia glamour, musica (qualcosa che, stranamente, parlando di Bono forse troppo spesso si tende a dimenticare) e tutto il resto – è quella con Tom Power per la CBC (vale molto la pena dare un’occhiata al suo canale e anche al suo blog).

«Molte persone amano la musica, ma non sempre sono ricambiate»: una perla.

Per un’anticipazione di Surrender vi rimandiamo al Guardian, se lo cercate e basta, invece, in italia è pubblicato da Mondadori, speriamo con una traduzione all’altezza (cosa non scontata)