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Emiliano Colasanti – Un Mondo Del Tutto Differente

Quello che è successo ai Verdena è l’esatto opposto di quello che viene comunemente definito “blocco dello scrittore”. L’incubo della pagina bianca, terrificante, da popolare di parole per creare immagini, storie, personaggi, che al contrario si riempie fino a traboccare e diventa impossibile contenere in un foglio solo. Le ragioni? Difficilissime da mettere in fila una dopo l’altra: si può supporre che per un gruppo arrivato al quinto disco, abituato da sempre ad avere la luce dei riflettori puntata contro, costretto di volta in volta a dimostrare di aver compiuto il tanto agognato “passo avanti”, ad un certo punto possa aver prevalso la volontà di stupire a tutti i costi, fino ad esagerare. Oppure si può accettare l’idea che certi processi siano difficili da programmare a tavolino, e siano per loro natura in costante balìa degli eventi.

Certe volte vorrei avere una macchina del tempo.O forse, molto più banalmente, vorrei che la rivoluzione digitale, gli smartphone, youtbe, fossero arrivati prima a tutti.

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1999, Heineken Jammin’ Festival, sala stampa. Vorrei vedere con i miei occhi – non tanto la “risposta” di Luca Ferrari a Mario Luzzato Fegiz (immediato, non voluto, biglietto da visita dei Verdena) – quanto piuttosto la scena di questo che chiede ai tre sbarbatelli di Bergamo come si sta nel panorama hip-hop italiano. Una figura di merda biblica, anche se i tre non avessero mai detto ma che cazzo ci ha chiesto questo?

Emiliano Colasanti c’era, anzi, quell’episodio ha coinciso con l’inizio del suo percorso di giornalista (e discografico, e blogger, e tutto il resto). E’ lui a raccontare La Storia di Wow e dei Verdena, in Un Mondo Del Tutto Differente (ed. Arcana), e quello il punto di partenza del libro.

E’ passato un anno e oltre dalla pubblicazione di Wow, e una delle cose ancora sorprendenti è che quel disco ha messo subito d’accordo tutti: non ci sono voluti mesi, anni, tour infinti per farlo entrare nell’immaginario collettivo come un disco traboccante, inarrivabile, perfetto nel suo essere disorientante.

Il tour infinito e sfiancante c’è stato, ovviamente, è ha fatto sold out ovunque, nord-sud-ovest-est quasi prima che Wow uscisse, e poi è stato come uno tsunami.

Anche questo è raccontato nel libro, direttamente dalle parole di Luca, Alberto, Roberta e Omid. Ma non è la parte principale: il punto è che Un Mondo Del Tutto Differente è più un diario dettato dall’urgenza di mettere dei punti fissi ad una storia, e soprattutto, ad un’annata straordinaria.

C’è di tutto, dai ricordi personali ai disegnini. Racconta l’ansia tortuosa di tradurre in musica un landscape interiore in continua mutazione, la libertà, i momenti brutti, gli scazzi, e quelli belli – che spesso coincidono con la chimica di ritrovarsi a ricreare sul palco quel suono fabbricato nel pollaio.

E conferma i sospettti che tutti avevamo su Wow: creare quel disco è stato come perdersi nei giocattoli, col serio rischio di non emergere più.

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