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Queens Of The Stone Age – Rated R

Rated R apre con un lungo elenco di sostanze psicotrope, una specie di mantra situazionista dell’autodistruzione sciorinato su una base ritmica ossessiva.

È la botta finale: il sole schiaccia a terra verso la polvere, le gambe barcollano, la ragione sembra ormai evaporata e tutti gli indizi puntano verso una fine arida e agonizzante.

Insomma, Feel Good Hit Of The Summer è l’inizio del secondo album dei Queens Of The Stone Age – il primo al quale partecipano anche l’altro ex Kyuss Nick Olivieri e Mark Lanegan (una formula che poi troverà la quadratura definitiva nel successivo Songs For The Deaf) – ma in quest’ottica ben potrebbe stare in chiusura.

Poi ci sono allucinazioni (Monster In The Parasol), apparizioni dei Black Sabbath (I Think I Lost My Headache), pessimi consigli (Better Living Through Chemistry), meri strepitii (Tension Head) e almeno due brani che conciliano l’hard rock delle praterie con la radio FM (The Lost Art Of Keeping A Secret e Leg Of Lamb).

Il punto di Rated R è questo, che è il primo (spaesato) affacciarsi dei Queens Of The Stone Age al mainstream; non si può considerare davvero un concept come Josh Homme e (vari) soci faranno poi, tanto più che la sua carta vincente (oltre al volume, ai toni della chitarra perfetti e quant’altro) sta nel fatto che vive di una spontaneità livida. Chiaramente, a quel punto, per ovvie ragioni, non adatta a tutti (appunto: Restricted), almeno all’apparenza.