Dischi

Andy Bell – Flicker

Il precedente The View From Halfway Down era un ottimo debutto, ma con Flicker Andy Bell sale ancora di livello.

Di per sé le premesse di questo album non sembravano grandiose, sia perché tornare sui propri passi, riprendere in mano stralci o bozzetti di brani messi da parte nel corso di oltre vent’anni magari non è segno di grande vitalità artistica, sia perché riempirci comunque un album di un’ora e un quarto potrebbe essere – almeno sulla carta – sinonimo di indecisione o di volontà di strafare.

Invece Flicker risucchia l’ascoltatore in un vortice di creatività febbrile sin dalle primissime battute, iniziando con un brano mandato al contrario (The Sky Without You), e lo risputa fuori nell’estasi di Holiday In The Sun diverso tempo dopo. Finisce tutto lì, ma l’assolo placido e ruvido di quell’ultimo brano echeggia a lungo.

Nel mezzo succedono molte cose, tante che sembra un collage. È un’opera vivida, che complessivamente suggerisce un certo languore psichedelico marcatamente sixties.

Le stratificazioni di Flicker e la sua architettura destrutturata formano un mare dal quale emergono relitti: a volte si tratta di gemme pop come Something Like Love (che è all’altezza di Vapour Trail) o Love Is The Frequency, World Of Echo, Gyre And Gymble, Lifeline We All Fall Down (che insieme farebbero la colonna sonora perfetta per una serie su Syd Barrett), o – ancora – roba che rimbalza da tutte le parti come Sidewinder.

È un escamotage meraviglioso: Andy Bell ha cercato un nuovo incastro ai vari tasselli che compongono la sua storia, smentendo il fatto che si debbano prendere per inamovibili.