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Xiu Xiu – Always

Xiu-Xiu-Always-590x400Giunto al nono lavoro con il progetto Xiu Xiu, Jamie Stewart prosegue il suo percorso di indagine nelle sofferenze umane, in primis le proprie.

Si parte con le presentazioni: Hi mette subito in chiaro intenti testuali e stilistici. Sonorità oscure e aggressive, ritmiche ossessive ora punteggiate, ora squarciate da interventi di synth, su cui la voce interviene con la consueta ansia. Joey’s Song (dedicata al fratello) aggiunge melodia e cori da chiesa, aumentando tensione e drammaticità. Beauty Towne è una macabra marcetta che disegna antri suburbani sorvolati da fantasmi filamentosi e anime in pena. Una breve pausa con Honey Suckle che rallenta il ritmo a favore del lirismo e del dialogo fra le voci e, se cofrontata con il cupo pessimismo delle altre tracce, sembra quasi una canzone allegra.

Nemmeno il tempo di respirare e I Love Abortion ricaccia nell’abisso, nell’incubo ossessivo urlato con voci e cigolii alla Einstürzende Neubauten, con inquietanti inserti di fiati e latrati canini. The Oldness, voce confidenziale e struggente accompagnata da pianoforte, è una pausa dall’assalto sonoro, non dalla tensione. Chimney’s Afire (Mickensian Suicide)  appoggia sporadiche melodie d’archi e cori su un ritmo marziale frutto di drum machine e tastiere schiacciasassi. Gul Mudin incespica, tossisce e riparte come un trenino guasto. Born To Suffer è il manifesto di una carriera e il vertice compositivo dell’album. Factory Girl evoca scenari di un gelido mattino d’inverno. Smear The Queen è un dialgo intrecciato fra due voci (lei è Carla Bozulich), in un crescendo ritmico prima pulsante poi sempre più ossessivo e fitto. Black Drum Machine chiude tragicamente rimprendendo i temi dell’incesto e della violenza sessuale di  Black Keybord (su Women As Lovers del 2008) e inquadrandoli perfettamente in uno scenario sonoro obliquo e stridente.

Un disco intenso ed esplicito in cui nichilismo e flagellazione ricordano una volta di più i tromenti di Trent Reznor, Mr. Self Destruct per eccellenza, e le soluzioni melodiche dei Depeche Mode più oscuri. Ancora una volta, l’interpretazione vocale trasmette magistralmente un’inquietudine e un disagio che non sono una posa ma espressione di un male di vivere reale e insuperabile. Sempre.

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