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Bob Marley – Legend Remixed

bob-marley-legend-remixedChe poi non s’è mai capito: se un’artista ha un disco che trovi in tute le case, pure di gente che nemmeno te lo immagineresti, e quel disco è il best of – è bene o male?
Cioè, non ha mai pubblicato un disco (o forse solo uno) che valga la pena di ascoltare da cima a fondo, oppure che c’è così tanta roba buona nella sua produzione che, nel dubbio, ci si affida(va) ad una selezione altrui?

In questo caso, però, siamo sicuramente nella seconda ipotesi: non a caso Legend è stato infilato da Rolling Stone tra i migliori 500 album di ogni tempo (al n. 46, prima dei vari Burnin’, Catch A Fire, Exodus, ecc..).

La Universal ha ora deciso di sottoporlo a trattamento, a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione (1984): ne esce Legend Remixed.

E come ogni operazione del genere, c’è del buono e del no, grazie.
Ad esempio, nel mondo ci sarà certamente un remix di No Woman, No Cry che vale la pena di ascoltare, ma non è quello che si trova qui – suona come una spacconata estiva buona per la riviera romagnola (è colpa di Stephen Marley, che peraltro si ripete su Buffalo Soldier e Easy Skaninkin: a riprova che non basta essere figli per averci capito qualcosa dei padri).
Molto meglio, a livello di approccio, rispetto e resa, la rilettura di Waiting In Vain di Jim James, che conferma l’ottima vena dell’ex (?) My Morning Jacket mostrata con Regions Of Light…, e si candida ad essere la migliore traccia tra tutte.

Sono questi i momenti da conservare, quando il suono di Bob Marley e dei suoi Wailers è ispirazione, più che punto d’arrivo: i Thievery Corporation ficcano Get Up Stand Up nella loro lounge narcotica; Z-Tip, con la complicità dell’eterno Lee Scratch Perry veste di nuovo Punky Reggae Party, inzuppandola in un dub ipnotico e potente; Ziggy Marley, tra gli eredi il più talentuoso, elettrifica Redemption Song, riportandola ad anni addietro, quasi all’incrocio in cui vendere l’anima al diavolo (o regalarla a Jah?), e, non pago, fa risuonare una corale Stir It Up nel vuoto, un po’ privandoci di una delle più belle linee di basso mai sentite, ma vestendola di luce nuova.

Non si può dire che in Legend Remixed manchino le intuizioni a cui prestare orecchio. E le altre.. bisogna dirlo, anche se alcune reinvenzioni (o tentativi) suonano più come deturpazioni, non sono mai abbastanza a privare questa musica di quell’universalità con cui Marley l’ha creata e vestita.

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