Dischi

Jesus And Mary Chain – Glasgow Eyes

In Glasgow Eyes la veemenza dei Jesus And Mary Chain si fa soprattutto emotiva, piuttosto che sonora. È sfumata e sottile.

Alla prima uscita in sette anni, i fratelli Reid non sembrano affatto interessati a perpetrare la loro mitologia rock’n’roll.

Per carità, è da ben prima di Damage & Joy che i JAMC non fanno male alle orecchie, al più ci soffiano dentro provocando giusto un brivido.

In Glasgow Eyes, però, proprio non succede; gli episodi che portano alla mente quel tipo di passato sono pochi e il passo rimane comunque felpatissimo e virato verso l’orecchiabilità (Chemical Animal, Venal Joy, Girl 71).

È un album che punta su altro. Usa l’elettronica per tratteggiare panorami rovinati, si serve della schizofrenia per metterci davanti ad uno specchio rotto.

Il risultato è agonizzante (Pure Poor), cinematografico (Mediterranean X Film), straniante (Hey Lou Reid) o magari anche divertente (Discotheque).

In ogni caso, l’ottavo album dei Jesus And Mary Chain è un’opera assai interessante – di per sé, una risultato nient’affatto scontato.