Burt Bacharach | I Beatles inventarono la pop music come fenomeno, Bacharach inventò la pop music e basta. Il migliore (e più efficiente) melodista del secolo scorso, guardacaso testa a testa con Paul McCartney.
Jeff Beck | Uno dei più grandi chitarristi di sempre, uno degli innovatori, dai tempi degli Yardbirds agli anni solisti, passando per il Jeff Beck Group. Album come Truth, Beck-Ola o Blow By Blow sono praticamente testi sacri.
Andy Rourke | Amico d’infanzia di Johnny Marr (prima) e (poi) bassista degli Smiths, con il batterista Mike Joyce ha formato una di quelle sezioni ritmiche perfette, senza cui le composizioni di Morrissey e Marr avrebbero avuto – verosimilmente – un suono del tutto diverso.
Tom Verlaine | Un altro guitar hero. Negli anni del minimalismo punk, lui se ne usciva con un approccio cosmico alla sei corde, roba che aveva a che fare più con John Coltrane che altro. Ci lascia soprattutto Marquee Moon, che è un valore assoluto ed esaltante, ma anche il suo repertorio solista è tutt’altro che trascurabile.
Wayne Shorter | Due tratti salienti del suo curriculum da sassofonista: fu con Miles Davis nel periodo di transizione verso l’elettricità (v. Nefertiti, In A Silent Way) e fondò i Weather Report. Quanto agli album come bandleader, noi scegliamo Juju e Speak No Evil, ma è una lotta insensata. Un peso massimo del jazz.
Sinead O’Connor | Nothing Compares To You e la foto di Giovanni Paolo II stracciata in diretta tv. Basta e avanza.
David Crosby | I gusti sono gusti, ma è impossibile ignorare quello che Crosby ha creato in vita – dai Byrds a Crosby, Stills, Nash & Young, dalla semplice confusione ad un disco come If I Could Only Remember My Name. Uno dei padri fondatori del folk-rock.
Astrud Gilberto | Da questa parte di mondo, Garota de Ipanema è The Girl From Ipanema ed ha la voce di Astrud Gilberto, nella versione che ne fecero João Gilberto e Stan Getz per l’album Getz/Gilberto.
Nove (tra i molti di più) che ci hanno lasciato nel 2023 appena andato, e che però sono immortali.
Robbie Robertson | Autore e chitarrista della Band, immortale anche per i servigi resi a Bob Dylan.
Burt Bacharach | I Beatles inventarono la pop music come fenomeno, Bacharach inventò la pop music e basta. Il migliore (e più efficiente) melodista del secolo scorso, guardacaso testa a testa con Paul McCartney.
Jeff Beck | Uno dei più grandi chitarristi di sempre, uno degli innovatori, dai tempi degli Yardbirds agli anni solisti, passando per il Jeff Beck Group. Album come Truth, Beck-Ola o Blow By Blow sono praticamente testi sacri.
Andy Rourke | Amico d’infanzia di Johnny Marr (prima) e (poi) bassista degli Smiths, con il batterista Mike Joyce ha formato una di quelle sezioni ritmiche perfette, senza cui le composizioni di Morrissey e Marr avrebbero avuto – verosimilmente – un suono del tutto diverso.
Tom Verlaine | Un altro guitar hero. Negli anni del minimalismo punk, lui se ne usciva con un approccio cosmico alla sei corde, roba che aveva a che fare più con John Coltrane che altro. Ci lascia soprattutto Marquee Moon, che è un valore assoluto ed esaltante, ma anche il suo repertorio solista è tutt’altro che trascurabile.
Wayne Shorter | Due tratti salienti del suo curriculum da sassofonista: fu con Miles Davis nel periodo di transizione verso l’elettricità (v. Nefertiti, In A Silent Way) e fondò i Weather Report. Quanto agli album come bandleader, noi scegliamo Juju e Speak No Evil, ma è una lotta insensata. Un peso massimo del jazz.
Sinead O’Connor | Nothing Compares To You e la foto di Giovanni Paolo II stracciata in diretta tv. Basta e avanza.
David Crosby | I gusti sono gusti, ma è impossibile ignorare quello che Crosby ha creato in vita – dai Byrds a Crosby, Stills, Nash & Young, dalla semplice confusione ad un disco come If I Could Only Remember My Name. Uno dei padri fondatori del folk-rock.
Astrud Gilberto | Da questa parte di mondo, Garota de Ipanema è The Girl From Ipanema ed ha la voce di Astrud Gilberto, nella versione che ne fecero João Gilberto e Stan Getz per l’album Getz/Gilberto.