Dischi

The Sundays – Reading, Writing And Arithmetic

Harriet Wheeler e David Gavurin si incontrarono all’università di Bristol, si innamorarono e andarono a vivere insieme.

Dopo la laurea, da disoccupati, il loro principale passatempo divenne ben presto quello di comporre musica. Si trasferirono a Londra, trovarono una sezione ritmica (Paul Brindley e Patrick Hannan, anche loro ex alunni dell’università di Bristol) e,  ribattezzatisi Sundays, con le loro demo attirarono gli interessi di molti.

Tra questi la Rough Trade, con cui infine firmarono e che si sarebbe rivelata loro croce e delizia.

Croce perché l’etichetta fallì nel 1991 e i Sundays furono costretti ad accasarsi altrove e ricominciare da capo: di fatto non ne uscirono mai o quasi; delizia perché comunque la Rough Trade fece almeno in tempo a coglierli in stato di grazia e consegnare al mondo questo loro album di debutto.

In Reading, Writing And Arithmetic le chitarre si contorcono cristalline richiamando immediatamente alla mente il genio di Johnny Marr, l’atmosfera è soffusa, dreamy, le ritmiche sinuose sembrano da certi lavori dei Cocteau Twins, la voce di Harriet Wheeler ondeggia tra provocazione e malcelata ingenuità; le melodie, agrodolci, escono freschissime anche all’ennesimo ascolto, le liriche sembrano prese dal diario di scuola di una ragazzina irriverente.

Il risultato è uno di quei capolavori in punta di piedi che non smettono mai di stupire ed è difficile comprendere se sia più adatto ad una giornata chiusi dalla pioggia tra le mura di casa o una di quelle belle in cui sguinzagliarsi fuori, scheggiando con le biciclette sui prati verdissimi, poi a rotolarsi sull’erba totalmente incuranti del mondo (ma comunque con un po’ di magone).

Altrettanto difficile isolare un singolo episodio, forse tra questo pugnetto di brani il perfetti il più perfetto tra tutti – quello definitivo – rimane Here’s Where The Story Ends, con quel «piccolo souvenir di un anno terribile» e quel crescendo melodico che è una soffice esplosione solitaria («surprise! surprise! surprise!»).

Si tratta – molto facilmente e semplicemente – di uno dei migliori 10 brani guitar-pop mai scritti, ma è comunque ingiusto ricondurre Reading, Writing And Arithmetic ad un solo punto focale.

Nel gennaio 1989 Can’t Be Sure, il singolo di debutto dei Sundays, arrivò in cima alle classifiche indie uk (e non sfuggì all’attenzione di John Peel) e il suo dilemma non ha ancora alcuna soluzione («and did you know desire’s a terrible thingthe worst that I can find / and did you know desire’s a terrible thingbut I rely on mine»), ma avrebbero potuto avere lo stesso destino Skin & Bones, JoyI Kicked A Boyquando è sereno, quando fuori splende il sole / penso alla volta in cui ho preso a calci un ragazzo fino a farlo piangere / potrei aver sbagliato, ma direi di no / si comportava come un bambino»), o Hideous Towns.

I Sundays arrivarono al momento giusto, un momento che durò appena un attimo: gli Smiths erano andati da un po’, maDchester stava perdendo le sue buone intenzioni, i gruppi shoegaze avevano appena messo il piede sul distorsore (o quasi) e il grunge non era ancora sbarcato, figuriamoci l’ondata britpop. Era il 1990, non più ieri ma sarebbe splendido ancora.