Guardando ai chitarristi degli ultimi trent’anni, solo due hanno davvero rivoluzionato lo strumento: uno è Kevin Shields, l’altro (ben più appariscente e con un successo commerciale infinitamente più elevato) è Tom Morello.
Ogni volta che attacca a suonare sorgono spontanee almeno due domande: cosa sta facendo? e no, davvero: come diavolo fa a farlo?.
Vale per i suoi trascorsi con i Rage Against The Machine, per quelli con gli Audioslave, per il presente (vai a capire quanto presente) con i Prophets Of Rage, e probabilmente anche per quando gli capita di strimpellare in pigiama in giro per casa.
Tom Morello si racconta in questi 22′ delle sessions ultimamente organizzate da Fender: poche parole, tanto suono e una regia ottima per strabuzzare gli occhi.
Protagonista la Stratocaster che iniziò ad usare nel periodo Audioslave e sulla quale ha scritto Soul Power, inserendosi nella tradizione di usare le chitarre «come un’ulteriore tavolozza», alla maniera (tra gli altri) di Woody Guthrie – che ad inizio degli anni ’40 scrisse sulla sua l’immortale This machine kills fascists – e Joe Strummer (Ignore alien orders).
Commovente quando ricorda la naturalezza con cui Chris Cornell creava melodie sopra i suoi riff incredibili.
Guardando ai chitarristi degli ultimi trent’anni, solo due hanno davvero rivoluzionato lo strumento: uno è Kevin Shields, l’altro (ben più appariscente e con un successo commerciale infinitamente più elevato) è Tom Morello.
Ogni volta che attacca a suonare sorgono spontanee almeno due domande: cosa sta facendo? e no, davvero: come diavolo fa a farlo?.
Vale per i suoi trascorsi con i Rage Against The Machine, per quelli con gli Audioslave, per il presente (vai a capire quanto presente) con i Prophets Of Rage, e probabilmente anche per quando gli capita di strimpellare in pigiama in giro per casa.
Tom Morello si racconta in questi 22′ delle sessions ultimamente organizzate da Fender: poche parole, tanto suono e una regia ottima per strabuzzare gli occhi.
Protagonista la Stratocaster che iniziò ad usare nel periodo Audioslave e sulla quale ha scritto Soul Power, inserendosi nella tradizione di usare le chitarre «come un’ulteriore tavolozza», alla maniera (tra gli altri) di Woody Guthrie – che ad inizio degli anni ’40 scrisse sulla sua l’immortale This machine kills fascists – e Joe Strummer (Ignore alien orders).
Commovente quando ricorda la naturalezza con cui Chris Cornell creava melodie sopra i suoi riff incredibili.