Dive è un disco molto facile da amare se avete passato l’ultimo decennio e oltre a perdervi nei landscape emozionali dei Boards Of Canada.
Da una piccola ricerca in rete, poi, viene fuori che il suo autore, Tycho, altri non è che Scott Hansen, grafico/designer conosciuto anche con il nome di ISO50: scorrere il suo portfolio è come addentrarsi in un mondo di colori e contenuti vintage, legnosi, nostalgici, incredibilmente perfetti e concreti. E questo non è il suo debutto, c’era già stato Sunrise Projector nel 2006.
L’album esce per la Ghostly International, e premendo play bisogna essere pronti a passare cinquanta minuti tra beat, chitarre, sintetizzatori e percussioni che creano angoli smussati e riverberi di languore cosmico. Il tempo accelera poche volte e non viene mai lasciato libero di prendere il sopravvento (tipo la tripletta Daydream, Dive e Costal Break).
È riduttivo definire questa musica ambient, è un’etichetta che sa troppo di contorno, di carta da parati. Il pregio di Dive è saper trascinare in dettagli piccoli ed infinitesimali, e cullare melodie in cerchi nell’acqua.
È un gran bel perdersi, insomma: turn off your mind relax and float down stream.
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