Il nuovo album degli Zen Circus si intitola La Terza Guerra Mondiale ed è appena stato pubblicato per La Tempesta.
Vale la pena soffermarsi sul video di Zingara (Il Cattivista), perché la consueta densità testuale di Appino e soci qui altro non è che la trasposizione di molti dei più comuni commenti che girano sui social a proposito degli “zingari”; i peggiori tra questi non sono finiti nel testo della canzone, ma filmati nel video.
In realtà già le reazioni su YouTube possono in qualche modo darvi un’idea di (fin) dove si possa arrivare con una cosa del genere; c’è di tutto: dalla pura esaltazione del fascismo (ché oggettivamente, bisogna dirlo, ha ragione chi sostiene che in questo Paese s’è sempre tollerata qualsiasi apologia del ventennio, a tutti i livelli) a chi non manca di sottolineare una certa ipocrisia di fondo o un certo buonismo, chi si chiede se si può essere per la legalità senza passare da razzisti.
Il punto è che gli Zen Circus così facendo smascherano una realtà dilaniante ed un conflitto senza apparente soluzione: cosa sta a metà strada tra l’odio ed il perbenismo?
Il nuovo album degli Zen Circus si intitola La Terza Guerra Mondiale ed è appena stato pubblicato per La Tempesta.
Vale la pena soffermarsi sul video di Zingara (Il Cattivista), perché la consueta densità testuale di Appino e soci qui altro non è che la trasposizione di molti dei più comuni commenti che girano sui social a proposito degli “zingari”; i peggiori tra questi non sono finiti nel testo della canzone, ma filmati nel video.
In realtà già le reazioni su YouTube possono in qualche modo darvi un’idea di (fin) dove si possa arrivare con una cosa del genere; c’è di tutto: dalla pura esaltazione del fascismo (ché oggettivamente, bisogna dirlo, ha ragione chi sostiene che in questo Paese s’è sempre tollerata qualsiasi apologia del ventennio, a tutti i livelli) a chi non manca di sottolineare una certa ipocrisia di fondo o un certo buonismo, chi si chiede se si può essere per la legalità senza passare da razzisti.
Il punto è che gli Zen Circus così facendo smascherano una realtà dilaniante ed un conflitto senza apparente soluzione: cosa sta a metà strada tra l’odio ed il perbenismo?