Appunti

Setting Sun

Il debutto dei Chemical Brothers – Exit Planet Dust, pubblicato nel giugno del 1995 – aveva fatto conoscere al grande pubblico Ed Simons e Tom Rowlands; con Life Is Sweet, complice probabilmente la voce di Tim Burgess dei Charlatans, avevano addirittura accarezzato le classifiche fermandosi al venticinquesimo posto. Erano piovute richieste di collaborazioni e la loro nuova etichetta (la Virgin) aveva insistito perché proprio Life Is Sweet venisse remixata da un duo francese che avrebbe esordito da lì a poco (così, sperando in un po’ di visibilità oltremanica): i Daft Punk.

Pur conoscendosi da molto tempo – esponenti di due scene cittadine apparentemente lontane – le loro strade e quelle degli Oasis si incrociarono per la prima volta (ufficialmente) al festival di Glastonbury quell’estate: una delle molte date per gli emergenti Chemical Brothers, una delle serate clou che stavano sugellando l’ascesa irrefrenabile dei fratelli Gallagher. Questi ultimi finirono per volerli inserire a tutti i costi tra gli opening act dei loro spropositati concerti di Knebworth nell’agosto del 1996, praticamente il loro momento definitivo.

Non è chiarissimo chi chiamò chi: la versione più accreditata è Rowlands e Simons avesserochemical_brother_noel_gallagher accennato a qualcuno dell’entourage di Noel Gallagher di avere tra le mani un brano, dall’evidente mood beatlesiano, che a lui sarebbe andato particolarmente a genio.La cosa fu comunque arrangiata molto in fretta: Gallagher Sr. registrò la voce in una nottata (quindi il titolo molto provvisorio Tomorrow Never Noels ebbe vita breve, per fortuna) e dopo qualche giorno di mixaggio Setting Sun era pronta.

Peccato che dalla casa discografica dei Chemical Brothers non ne volessero sapere di pubblicarla come singolo, almeno fin quando Noel in persona non alzò il telefono per… consigliarli.

Il resto della storia è nota: lanciata sul mercato il 30 settembre 1996, Setting Sun raggiunse la vetta della classifica inglese il successivo 6 ottobre e lì rimase per una settimana, per essere scalzata da Words dei Boyzone (ma chi se la ricorda questa…?). Fu il primo numero uno di Rowlands e Simons e finì per sfondare pure negli USA.

Il debito nei confronti dei Beatles di Tomorrow Never Knows è evidente, tanto che i Beatles intentarono una causa per plagio, caduta nel dimenticatoio non appena il duo riuscì a dimostrare di non aver campionato nulla, ma di aver al contrario creato da zero quel loop di percussioni (comunque identico); e chissà se Yoko & Paul hanno mai visto questo realistico realistico montaggio dei Fab Four che suonano proprio Setting Sun, con tanto di contorno isterico:

Si tratta in ogni caso di un omaggio coraggioso – proprio a trent’anni dalla pubblicazione di Revolver (agosto 1966) – che fu in grado di attualizzare la visione dei Beatles, confermandone la grandezza (se mai ce ne fosse bisogno), e darla in pasto ad una nuova generazione per la quale le sostanze psicotrope rappresentavano ormai la quotidianità e non più roba d’élite.

Dal canto suo, Noel Gallagher per anni la eseguì dal vivo nel suo set acustico e solitario durante i concerti degli Oasis: ogni tanto secca secca (voce e chitarra), altrove con un arrangiamento che avrebbe fatto la gioia di George Harrison, in ogni caso molto lontano dall’originale aggressività.

Quanto al testo, non deve sorprendere che sia stato registrato così velocemente dato che Noel lo aveva lì almeno da tre/quattro anni: Setting Sun (o Comin’ On Strong) era stata registrata prima di Definitely Maybe e poi scartata.

La collaborazione andrà in scena ancora una volta, quando nel successivo album dei Chemical Brothers (Surrender) Gallagher Sr. presterà la voce per Let Forever Be (altro successo da top ten).

E Liam, in tutto questo?
La leggenda vuole che proprio queste collaborazioni del fratello lo spingeranno ai primi passi fuori dalla band, prima registrando in compagnia di Steve Cradock una cover dei JamCarnation (su Fire & Skill: The Songs Of The Jam), poi (nel 2002) la title track di Scorpio Rising dei Death In Vegas e nel 2004 Shoot Down, che chiude furiosa Always Outnumbered, Never Outgunned dei Prodigy.

 

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