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The Who – The Who Hits 50!

the_who_hits_50Per Natale, fate cosa buona e giusta e regalate The Who Hits 50! al vostro nipote, cuginetto o fratello minore preferito.

Perché questa compilation è il giusto mezzo per diffondere il verbo degli Who alle nuove generazioni, proprio come era stata la raccolta 1 per i Beatles, ormai quattordici anni fa.

Diciamolo subito: al di là del giusto orgoglio di una band arrivata (dimezzata) al traguardo dei 50 anni di attività (che sia bene o male è questione aperta, ma non erano loro che speravano di morire piuttosto che invecchiare?), questo è l’unico senso possibile di un’operazione che nulla aggiunge all’epopea dei quattro (ma come potrebbe, in fondo?).

Solo ho il sospetto che (coloro che dovrebbero essere, auspicabilmente) i principali destinatari di The Who Hits 50! non siano granché ricettivi.

Mi spiego: quando uscì 1 ero un pischello e i Fab Four li avevo sì ascoltati, riascoltati, apprezzati ma la mia non era (ancora) devozione; internet era ancora una cosa molto approssimativa, che viaggiava su 56k (nelle giornate di bel tempo): avere in mano quel cd mi aprì un intero universo.

Quell’effetto, oggi, sarebbe molto più raro di un’eccezione – per note e discusse ragioni fondamentalmente ricollegabili all’avvento del www.

Ma c’è un altro motivo (forse più sostanziale) per cui i nativi digitali potrebbero risultare refrattari agli Who: potrebbero risultare leggerini per una generazione abituata a sfondarsi a colpi di Shrillex (quando va bene, e sa iddio che altro). Loro, che alzavano un muro del suono infernale prima che il muro del suono esistesse, potrebbero avere qualche difficoltà a farsi ascoltare (in tutti i sensi) oggi. A meno di non ripescare il leggendario Live At Leeds, ovviamente…

È la relatività, baby:  quello che era assordante allora, oggi non lo è più; la rivoluzione è stata assimilata e assorbita e canonizzata – Carnaby Street è solo un’altra strada di negozi trendy e la chitarra di Townshend conficcata nel cono del’ampificatore non è nemmeno più considerabile violenza.

Ecco la difficoltà maggiore di noi fratelli o cugini più grandi: fare comprendere la portata rivoluzionaria – fisica e spirituale – degli Who, che nemmeno noi abbiamo vissuto ma che abbiamo avuto (per ultimi forse) la grande opportunità di cogliere; non si può lasciare la mitologia ed il significato del rock’n’roll in mano a chi lo spaccia come un brand luccicoso qualsiasi (mi viene in mente: Virgin Radio), insieme a miriadi di altre cose.

Ciò detto, com’è la musica di The Who Hits 50!?

Non scherziamo… c’è una scena in Almost Famous in cui la sorella maggiore scappa di casa e lascia al piccolo William Miller una promessa di libertà nascosta sotto il letto: «ascolta Tommy con una candela accesa, vedrai davanti a te il tuo futuro». Ecco.

N.b.: My Generation è tra i nostri 35 riff di basso preferiti.

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