Ringer non taglia davvero i legami con il passato, con Rounds o Everything Ecstatic, ma la base dell’esplorazione – il brodo primordiale, o il baricentro se preferite – qui è la house.
Che detto così pare un concetto semplice ed anche un pochino rudimentale, ma la visione di Kieran Hebden si trasforma in una mezz’ora di pura estasi sonora che è house evocativa, immaginifica, trascendentale.
È questione soprattutto di ritmo: una decisa impennata dei bpm su cui innestare girotondi lisergici senza sosta, delicate frenesie ritmiche, dancefloor ovattati e lillipuziani.
Quattro tracce, fluide, geniali, allo stesso tempo riconoscenti del passato londinese trascorso tra mille suoni diversi e sfondo di nuove, inattese, avventure.
Riemerso dalle session con Steve Reid, Four Tet svolta e nel 2008 pubblica questo ep che apre un nuovo mondo creativo.
Ringer non taglia davvero i legami con il passato, con Rounds o Everything Ecstatic, ma la base dell’esplorazione – il brodo primordiale, o il baricentro se preferite – qui è la house.
Che detto così pare un concetto semplice ed anche un pochino rudimentale, ma la visione di Kieran Hebden si trasforma in una mezz’ora di pura estasi sonora che è house evocativa, immaginifica, trascendentale.
È questione soprattutto di ritmo: una decisa impennata dei bpm su cui innestare girotondi lisergici senza sosta, delicate frenesie ritmiche, dancefloor ovattati e lillipuziani.
Quattro tracce, fluide, geniali, allo stesso tempo riconoscenti del passato londinese trascorso tra mille suoni diversi e sfondo di nuove, inattese, avventure.