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J Mascis – Several Shades Of Why

J-Mascis-Several-Shades-Of-Why-300x300«Can we be loved / can we be free /can we be all these things you said to me? / can we be loved / can we explain / can we be all these things to hold the pain?»

Non c’è niente da fare. Certi dischi ci colgono con le difese basse e non possiamo fare altro che perderci.

E’ facile, con Several Shades Of Why. Basta distrarsi un attimo solo. Un solo momento in cui siamo in quel mood e ci pare che questo album parli di noi: crediamo che, per quanto imprevedibilmente, J Mascis sappia leggerci bene.

Con i Dinosaur Jr usa il rumore e le violenze più carezzevoli, ora – tolte le vesti del guitar hero – usa la voce roca, gli arpeggi, e spoglia le sue melodie di ogni volume, scrivendo 10 serenate per sbandati agrodolci.

Perché ogni tanto ci vuole, di riappacificarsi. E per quanto si circondi di ospiti notevoli (Kevin Drew dei Broken Social Scene, Ben Bidwell dei Band Of Horses, Sophie Trudeau dei Goodspeed You! Black Emperor), J Mascis senza apparente sforzo li oscura. Anche a prendere in mano questo disco senza sapere chi lo possa aver concepito, è facile ricollegare quelle note, quelle melodie e quella voce ad un nome.

Several Shades Of Why potrebbe essere stato scritto oggi come nei primi ’70. E deve molto al Neil Young più dolente. Ma quello di cui parla, e il modo in cui lo fa, è qualcosa di innato in ognuno.

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