Dischi

Junior Boys – It’s All True

junior_boys_its_all_true-300x300Ho riascoltato a lungo i tre dischi precedenti degli Junior Boys, prima di passare a It’s All True; diciamo per capire dove stesse la magia (non il trucco).

In tutto quello che fanno, Jeremy Greenspan e Matt Didemus si gettano a corpo morto sul cuore, con una fiducia sconsiderata nella melodia sintetica.

Ma gli esordi sono lontani e i due sembrano concentrati su un suono cristallino e atemporale, più che sui ritmi. Un sound di quelli radicati negli anni ’80 ma classici classici. Per dire, Playtime: lunga, soffusa, da qualche parte tra Blue Nile e Ultravox.

Non sono mai stati degli allegroni, gli Junior Boys, ma la loro malinconia da cameretta buia non se ne va mai. Piuttosto rimbalza nel vuoto impazzita, come sul finale del disco: Kick The Can e Banana Ripple (9’15”!) alzano il beat, e c’è anche quel pezzo (che c’è in tutti i dischi degli Junior Boys, come Hazel l’ultima volta, come In The Morning, ecc..) che ti s’incolla, A Truly Happy Ending.

Ma nessuno di questi sposta il risultato di un millimetro: It’s All True è una lente d’ingrandimento incredibile sulle gocce di tristezza che tutti ogni tanto versiamo, ma ormai abbiamo abbandonato le speranze di ascoltare qualcosa di (tristemente) grandioso ed illuminante come This Is Goodbye.

0 comments on “Junior Boys – It’s All True

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *