artwork: (What’s The Story) Morning Glory? (1995)

«Ma cazzo, l’hai sentita Wonderwall?» – fu più o meno questa la risposta di Noel Gallagher all’idea che Brian Cannon aveva avuto per la copertina di (What’s The Story) Morning Glory?.

Cannon infatti se n’era uscito con una proposta basata sul fatto che Noel stesso avesse descritto il nuovo album come riot music (..?): un uomo seduto al tavolo della cucina, intento a fare colazione pacifico mentre tutto intorno a lui andava a fuoco.

I due decisero piuttosto di concentrarsi su altro: niente immagini della band, come per il debutto, piuttosto uno scatto che riassumesse una delle frasi che Noel amava ripetere in quel periodo: «non esistono risposte, solo domande».

Quindi si trovarono tra le mani uno scatto di due tizi che s’incrociano alle quattro del mattino in Berwick Street, nella centralissima Soho. Un attimo prima che i furgoni arrivassero con le loro cassette di frutta, qualche ora prima che la gente affollasse uno dei più famosi mercati londinesi, o i vintage shop e i negozi di vinili lì accanto.

Nelle intenzioni, uno dei due doveva essere proprio Noel, ma, come racconta Brian Cannon (che dovette prendere il suo posto) «disse che aveva bevuto troppo la sera prima, ma ho sempre sospettato che semplicemente non avesse cazzi di alzarsi dal letto».

L’altro è invece il dj Sean Rowley (quello di fronte), che arrivò ad essere nella foto «perché era un amico di Paul Weller, che era amico di Paolo Hewitt*, che era a sua volta amico di Noel». Nella foto, infine, compare anche Owen Morris: il produttore è lì sullo sfondo che sventola un master dell’album. O meglio, l’unico master dell’album: «se avesse perso quella copia, ..Morning Glory, semplicemente, non sarebbe mai esistito».

Non andò così, fortunatamente. E parte della ragione per cui (What’s The Story) Morning Glory? e gli Oasis parte della cultura britannica oggi sta anche in questa cover metropolitana, profondamente radicata in un qui ed ora preciso: l’alba di un nuovo giorno londinese, il britpop sarebbe stato al suo zenit di lì a brevissimo, il tempo che servì per portare questo album nei negozi.

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*la storia di Paul Weller e Paolo Hewitt l’abbiamo in parte raccontata qui.