Dischi

Paul Weller – Illumination

Illumination è l’album più opaco della discografia solista di Paul Weller, o almeno si gioca questo primato poco piacevole con il suo diretto predecessore Heliocentric.

Con quest’ultimo Illumination condivide alcuni peccati evidenti, su tutti la qualità non entusiasmante della scrittura.

A cercare un pregio in Illumination, però, si vede che va in molte direzioni diverse. Certo non ne imbocca nemmeno una, ma essenzialmente si tratta dello stesso approccio curioso e onnivoro che anni dopo Weller concretizzerà molto (molto) meglio in 22 Dreams.

Il Modfather arriverà, insomma, a maneggiare un simile insieme di idee solo dopo aver ritrovato sufficiente focus, passando per un album di cover spensierate (Studio 150) e un lavoro più canonico però assolutamente effervescente (As Is Now).

Illumination invece non va oltre qualche buono spunto come Going Places, It’s Written In The StarsAll Good Books, A Bullet For Everyone – le ultime due, che vorrebbero offrire una sorta di commento sociale, in altri tempi sarebbero certamente risultate più pregnanti.

In One X One ci sono Gem Archer alla chitarra e Noel Gallagher alla sezione ritmica, la seconda voce su Call Me N°5 la mette Kelly Jones (Stereophonics), però si trascina più che trascinare. Morale: neppure le collaborazioni sollevano il risultato finale.

Ovviamente nel valutare Illumination pesa il fatto che Paul Weller – solo, con i Jam o gli Style Council – ci abbia abituati molto bene.

Però da qualunque possibile prospettiva, questo album sta nel suo periodo più appannato (dal quale, vale ricordarlo, però riuscì a tirare fuori un disco dal vivo incredibile come Days Of Speed) e lì va lasciato – oppure da lì ripescato, per avere l’ennesima conferma che la strada per la vera grandezza non è mai dritta.